Franco Capone, il savoir-fair di un barman di altri tempi | Due Torri Hotel in centro a Verona - Hotel Luxury Verona Italy - Hotel di lusso centro Verona
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Franco Capone, il savoir-fair di un barman di altri tempi

Franco Capone, il savoir-fair di un barman di altri tempi

Stile

Lun, 29/08/2022 - 10:00

Da 38 anni al timone del bar del Due Torri Hotel, Franco Capone è un barman con una grande professionalità e un’esperienza decennale: sa riconoscere i gusti dei clienti con un solo sguardo. L’accoglienza dell’ospite e la capacità di farlo sentire a casa sono la sua cifra stilistica, come quella volta che ha “curato” Bruce Springsteen prima di un concerto…

Ricorda il suo primo giorno di lavoro al Due Torri?

Me lo ricordo come se fosse ieri, anche se sono passati ben 38 anni! L’hotel era molto diverso: un altro arredamento, altri marmi, altre tende. La prima impressione è stata quella di entrare in un luogo sacro e intimo. Con il passare degli anni ho visto l’hotel cambiare, mantenendo intatto il suo charme, un fascino che pochi alberghi riescono a regalare, con la sua hall con le navate, le finestre gotiche e, nell’angolino, il bar che sembra dominare l’hotel. La posizione del bar è particolarmente molto fortunata, perché permette di vedere tutti i clienti che entrano in hotel, di accoglierli e di farli sentire a casa: il primo impatto è sempre molto importante, perché noi barman dobbiamo subito individuare il contesto e regolarci di conseguenza. Per esempio, se il cliente arriva per motivi di piacere o per motivi di business l’approccio sarà completamente diverso. Dopo tutti questi anni è ancora una bella sfida: ci vuole esperienza e savoir-faire per capire al volo i desideri degli ospiti.

Quale cocktail, secondo lei, rappresenta meglio l’anima del Due Torri? E perché?

Il cocktail che rappresenta il Due Torri è il Casarini, a base di frutti di bosco e champagne, ispirato al famoso artista Pino Casarini che proprio qui, nel palazzo in cui sorge il Due Torri, ha lasciato i suoi affreschi. Molti clienti, ospiti dell’hotel ma anche veronesi per cui il bar del Due Torri rappresenta un punto di incontro, vengono da noi per il Negroni e il cocktail Martini, grandi classici, che rappresentano molto bene il nostro stile. Una delle cose che amo di più, quando arriva un nuovo cliente, è provare a indovinarne i gusti, e quando accade è una bella soddisfazione: ancora mi ricordo della volta che ho preparato a un’ospite il cocktail Callas, dedicato a Maria Callas, con zenzero, pompelmo rosa e gin, e lei mi ha detto che era il più buono che avesse mai bevuto.

Sicuramente le capiterà di viaggiare: in queste occasioni, quando frequenta i bar degli hotel, qual è la prima cosa che nota?

Una cosa che noto spesso è la posizione del bar, un tempo sempre in bella vista all’ingresso dell’hotel, oggi un po’ più appartato. Noto poi lo stile di organizzazione del lavoro e come si presentano le persone che stanno dietro al bancone. Il modo di porsi del personale dell’hotel è il primo biglietto da visita, ed è fondamentale accogliere tutti con il sorriso e far sentire l’ospite a proprio agio, come se fosse a casa. La professionalità in questo mestiere è tutto. Un esempio? Se un ospite torna in hotel accompagnato da qualcuno è sempre meglio dire “ben arrivato” e mai “ben tornato”, perché non possiamo sapere chi sia la persona che ha accanto!

Il ricordo più emozionante che la lega al Due Torri?

Sono quasi quarant’anni che lavoro qui, e i clienti mi chiedono sempre se rimarrò anche l’anno successivo. C’è un ospite a cui sono molto affezionato che veniva in hotel da piccolo con i genitori, e oggi torna ogni anno con la moglie. Nella mia carriera, iniziata da giovanissimo alle Eolie, ho visto di tutto: quando ero al Ritz di Londra mi è capitato persino di preparare Martini per la Regina Elisabetta e la Regina Madre, e un doppio Black Label per Frank Sinatra. Qui al Due Torri non dimenticherò mai la volta in cui Bruce Springsteen è stato nostro ospite: era malato, ma il giorno dopo aveva in programma un concerto. All’una di notte gli ho fatto preparare un piatto di pasta e delle scaloppine. Il giorno dopo erano tutti entusiasti per quanto fosse in forma!

Giornata tipo?

In genere arrivo alle 15.30: la prima cosa che faccio è preparare la linea per la sera (usiamo solo frutta fresca), poi facciamo un briefing, prepariamo le spremute, e controlliamo se mancano bottiglie o prodotti. Durante l’aperitivo ci dedichiamo ai clienti, sia quelli accomodati in terrazza, sia quelli nella hall. La maggior parte del lavoro è concentrato sulla terrazza, mentre la sera, quando la terrazza chiude, aspettiamo i clienti che rientrano dal teatro durante la stagione dell’opera, per far trovare loro un piccolo accompagnamento di sandwich e piatti freddi per terminare la serata. Non abbiamo un orario fisso di chiusura, può capitare di arrivare anche alle 2 - 2 e mezza di notte, come una volta è successo con i Kiss!

A cosa non potrebbe mai rinunciare nella sua postazione di lavoro? Un liquore, un distillato, uno strumento di lavoro specifico…

Quello a cui non potrei assolutamente rinunciare è il mio principale strumento di lavoro: un barman non è un barman senza il suo shaker!

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