Il Direttore racconta: intervista a Silvano De Rosa del Due Torri Hotel
Esperienze
Mer, 23/03/2022 - 10:00
Silvano De Rosa, direttore Due Torri Hotel
Dietro le quinte del 5 stelle di Verona c’è una figura sempre presente, quella del Direttore, colonna portante della struttura. È lui a guidarci in un viaggio attraverso passato e presente svelando la routine sempre diversa della sua professione, raccontando aneddoti e storie del Due Torri Hotel..
Si ricorda il suo primo giorno come Direttore del Due Torri Hotel?
Come se fosse ieri, era il 4 marzo 2013, ed è stata una grande emozione. Sentivo la consapevolezza e la responsabilità di rivestire il ruolo di direttore per un hotel storicamente importante per Verona, e in generale per l’hotellerie italiana. Il Due Torri è un punto di riferimento fin da quando venne riaperto nel ’58, con il dottor Enrico Wallner, è un termine di paragone imprescindibile quando si parla di qualità dell’ospitalità Made in Italy.
Quali sono le lezioni più importanti che ha imparato durante la sua carriera?
Ho appreso il rispetto del luogo, anzi, del monumento che rappresenta questo palazzo. Ancora oggi, girando per l’hotel, noto soluzioni che mi colpiscono per quanto sono innovative e di pregio. Ad esempio resto incantato dalla varietà degli stili di arredamento e da come si sposano bene insieme, penso al Biedermaier, l’800 veneziano, il Barocco, il Luigi Filippo, il Carlo X e perfino l’estetica coloniale inglese, con ispirazioni esotiche. Quanto ai corridoi dell’hotel, custodiscono una pagina della storia di Verona davvero sorprendente. Nel 1882 ci fu l’ultima grande alluvione dell’Adige, dopodiché la città decise di proteggersi dalla furia dell’acqua alzando gli argini. Perciò fu necessario abbattere i tanti palazzi signorili che si affacciavano sul fiume, con le facciate riccamente affrescate in segno di prestigio. Prima di distruggere le dimore tentarono di salvarli, distaccandoli quando possibile: ora si trovano, in parte, al Museo Cavalcaselle. Tutti gli affreschi vennero comunque copiati per conservarne la memoria: le stampe originali di questi disegni sono sulle pareti del Due Torri. Siamo molto orgogliosi di questo collegamento con la memoria storica di Verona, ci sentiamo parte del patrimonio storico cittadino.
Qual è la sua stanza o spazio preferito in Hotel?
In assoluto direi l’Arena Casarini, lo spazio più emblematico e identificativo dell’hotel. È un po’ il nostro biglietto da visita: realizzata nel ’59 da Pino Casarini, uno dei maestri affreschisti del secolo scorso, ha una struttura che richiama la forma di un tendone da circo, ed è animata da acrobati, giocolieri, pagliacci, ballerine ed animali, ed emana un’atmosfera potentemente evocativa. Amo molto anche la Suite Maria Callas, intitolata alla grande artista che fu ospite tante volte del nostro hotel, la nostra Lounge di grande impatto scenico, affrescata da Casarini con il Torneo dei Cavalieri di Brandeburgo, e la terrazza panoramica da cui si ammira tutta la città, perfetta per un aperitivo o una cena romantica, o perché no, una colazione con vista. Tutti questi ambienti potrebbero stare su un ideale podio, con l’Arena Casarini al primo posto.
Qual è il ricordo a cui è più legato?
Ce ne sono tanti, è impossibile individuarne uno in particolare. Ma ricordo con piacere alcune celebrità. Tra queste Sting, che si è rivelato veramente disponibile con i fan e gentile con tutto lo staff dell’hotel, è stato un incontro prezioso. Apprezzo il fatto di riuscire a cogliere con sensibilità la personalità di ogni ospite. Se si tratta una persona schiva e riservata diventiamo invisibili, pur assicurando il massimo dell’attenzione, in caso contrario anche la nostra attitudine cambia, rimanendo sempre discreta.
Nel corso degli anni molti personaggi famosi hanno soggiornato in Hotel, qual è quello che l’ha colpita di più?
Sono tante le storie notevoli che riguardano gli ospiti dell’hotel. E riguardano anche il passato. Da noi ha soggiornato anche Garibaldi, nel 1867, in visita ufficiale. Infiammò gli animi affacciandosi al balcone e arringando i cittadini a proposito dell’unità d’Italia. Abbiamo ancora la traccia scritta di quel discorso, un documento eccezionale: è così che sappiamo che erano previste delle comparse disseminate tra la folla. I loro interventi, già prestabiliti, dovevano dare spunti a Garibaldi e dargli modo di rispondere dando vita a un dialogo apparentemente spontaneo. Abbiamo anche una copia del menù preparato in quell’occasione: per gli standard odierni è stato un pasto davvero sostanzioso.
In tempi molto più recenti abbiamo accolto molte celebrità, come Bruce Springsteen e Paul McCartney. E Richard Gere, che manifestò particolari esigenze e venne prontamente soddisfatto: la disponibilità e talvolta anche una buona dose di creatività ci permettono di assecondare i desideri di tutti.
Qual è la giornata tipo del Direttore del Due Torri Hotel?
Metà del tempo è programmazione e ordinaria amministrazione, l’altra metà è gestione degli imprevisti. Ogni mattina, al mio ingresso, verifico l’andamento della sera e della notte precedenti e faccio un giro per controllare ogni area: inevitabilmente, ogni attività aperta 24 ore al giorno 7 giorni su 7 si regge sul concetto di delega, e anche per questo motivo è necessario essere sempre vigili e attenti. L’hotel è come un grande ingranaggio, è necessario che il meccanismo sia bel oliato e funzioni in ogni sua parte. Non manca mai un briefing con i vari capiservizio, per programmare richieste particolari da parte degli ospiti. Periodicamente va fatto il punto sul booking e le prenotazioni, i movimenti della concorrenza, la politica del pricing. Ogni giorno dedico del tempo alla gestione della corrispondenza e al lavoro cosiddetto di ufficio. Il resto della giornata trascorre incontrando tutti, Chef, Maitre, Governante, staff del ricevimento e relazionandomi con i clienti per avere un feedback continuo.
Il Due Torri Hotel è un punto focale di Verona, secondo lei qual è il suo ruolo nella città? Qual è il rapporto dell’Hotel con i cittadini?
Per le istituzioni il Due Torri Hotel è punto di riferimento, lo frequentano e lo conoscono come uno dei pilastri dell’accoglienza cittadina. Quanto ai veronesi, osservano il palazzo con ammirazione e timore reverenziale, perché è per definizione l’hotel dei vip e dei grandi personaggi non solo del presente ma anche del passato, come Goethe, Mozart, Radetzky, la nobiltà europea. Il mio obiettivo, anzi, la mia missione è avvicinarli a questa realtà, parte del loro patrimonio culturale e architettonico. Ci stiamo riuscendo lentamente sfruttando uno spazio unico come la terrazza panoramica: non esiste un luogo simile a Verona, i cittadini la stanno riscoprendo e apprezzando come location per eventi informali, aperitivi e cene.
Quando viaggia cosa nota di più nelle altre strutture alberghiere?
Per chi fa il mio mestiere è difficile “viaggiare leggeri”, senza portarsi dietro il bagaglio della professione. A volte mi devo imporre di non fare troppo caso ai dettagli. Come viaggiatore non sono molto esigente, tollero quasi tutto e sono comprensivo, proprio perché conosco l’impegno che richiede essere dall’altro lato. Avendo diretto molti tipi di hotel so che ogni albergo è organizzato in modo differente. Solo su richiesta mi arrischio a dare un mio feedback, è importante per me scindere la quotidianità dalla vacanza, che vorrei fosse più spensierata.